| L'Europeo del 2012 come il Mondiale del 2006. Fa comodo ai superstiziosi, il paragone tra i due grandi scandali del calcio italiano. Non a Daniele De Rossi, testa fina del gruppo azzurro. "Questa è peggio del 2006: allora la polizia non era entrata a Coverciano. E poi ci sono gli arresti, con tanti amici, tanti ex compagni che conosco: e la paura è che dietro tutto questo, dietro la speranza che dimostrino di essere innocenti, ci sia della verità". Va in contropiede contro le solidarietà di facciata, i garantismi puri e quelli di comodo, il centrocampista della Roma e della Nazionale Campione del mondo nel 2006, l'anno di Calciopoli. "L'immagine del nostro calcio nel mondo già non era granché, ora sarà anche peggio. Andiamo all'Europeo con un marchio di fabbrica", dice l'azzurro. Daniele, gli chiedono, cosa vi è passato per la testa quando avete saputo? "A me lo ha detto Pirlo, quando mi sono svegliato alla solita ora. Di solito in questi casi si dice; ma è un bravo ragazzo. E invece Criscito è davvero un pezzo di pane. Mauri, poi, ha giocato con me in Nazionale. Anche lui un bravo ragazzo. Ma poi ci sono i fatti, se lo hanno arrestato...".
Cosa si prova a entrare nel frullatore? "E' capitato a me, ma molto più leggera. La Roma e il mio procuratore mi informarono che il mio nome era stato fatto in una intercettazione, ma non c'entravo. Però sarebbe uscita lo stesso. E' stato difficile per alcuni giorni uscire e dover spiegare, sembravano giustificazioni". Ma i calciatori sono soggetti a rischio? "Lo sono come tutti quelli che vivono in un certo mondo. Lo sono i calciatori, lo sono i politici. C'é una certa dose di ingenuità. A volte pensi sia un gioco, e invece è una cosa molto più grande di te A me? No, a me certe cose non potrebbero capitare, ve lo posso assicurare". Sei tra gli azzurri scettici sulla tempistica del blitz? "Io tengo agli Europei, ma queste sono cose molto più importanti. Perché mai lo avrebbero dovuto fare 'a orologeria'? Per farsi pubblicità? Non ci credo. La verità e che se si parla di calcio e di galera insieme, c'é qualcosa che davvero non va". Come si può pensare a giocare a calcio con questo choc? "Oggi non lo so. Domani sarà diverso. E con tutto il disamore, non credo che la gente smetterà di venire allo stadio".
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